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Introduction Quando è ora di parlare, il cervello frappone fra il pensiero e il discorso una certa inibizione che impedisce di esporre i pensieri più intimi, stupidi, personali. Quando è ora di scrivere, manca questa inibizione, il collegamento fra cervello e mano è d'altro tipo. Le mani dicono cose proibite alla bocca. Non trovate? Le mani non sono soggette a vergogna, le mani si beffano di noi e delle nostre figuracce. Le mani non devono sostenere sguardi. Non hanno problemi di salivazione né di tempistica. Le mani non devono curarsi delle reazioni. Non devono aspettare il momento giusto. Le mani sono egocentriche e prepotenti. E noi, con tutta la nostra codardia, le lasciamo fare, rassicurati dal poter riversare su di loro tutta la colpa, pentendoci un attimo dopo che con la loro spavalderia hanno esposto al mondo i segreti del nostro cuore o gli sproloqui della nostra mente riservati altrimenti solo a noi stessi. Quando è ora di scrivere, il nostro cuore dilaga e la nostra mente si rilassa, e que serà, serà. D'altra parte ce lo siamo inventati noi di comunicare con la scrittura. Capite? Era il caso?